Torno a parlare di mondi digitali e “metaverso” a distanza di pochi giorni in un occasione particolare. Questa infatti è la prima volta che compro un videogioco al day#1, che non vedo l’ora di mettere dentro la playstation e di cui voglio raccontarvi.
Ma iniziamo con le presentazioni:
Horizon Forbidden West è la “seconda parte” di un videogioco ambientato in un futuro lontato dove il genere umano è sopravvisuto a fatica organizzandosi in “tribù” e perdendo nel tempo quasi tutta la “conoscenza” tecnologica.
In mezzo a tutto questo un’intelligenza artificiale chiamata GAIA ed incaricata di ricostruire e ripopolare il mondo ha avuto qualche “problemino” che la protagonista dovrà risolvere.
Si tratta di un titolo a cui sono affezzionato e che ho giocato qualche anno fa in un momento particolare della mia vita ed in cui il suo “metaverso” è stato catartico.
La mia storia videoludica – pur essendo iniziata quando questi si compravano in edicola in formato cassetta – ha davvero poche “gemme” che porto nel cuore.
Posso contarle quasi in una mano ed Horizon ne fa sicuramente parte.
Questi quelli che mi vengono in mentie se dovessi fare un elenco veloce:
- The Curse of Monkey Island – 1997
- Final Fantasy VII – 1997
- Baldur’s Gate – 1999
- Horizon Zero Dawn – 2017
- The Last of Us – 2013 (ma giocato nel 2019)
- Days Gone – 2020
Riguardandoli adesso emerge chiaramente un tratto distintivo in comune: tutti questi videogiochi hanno una storia, un mondo e dei personaggi che nonostate i limiti tecnologici sono oltremono vividi.
Anche se per alcuni potrebbe sembrare un paragone azzardato “giocare” con questi titoli non è solo giocare, ma è davvero vivere un esperinza “immersiva” al pari di un libro o un film perchè alla fine è solo il “tipo” di media a cambiare ma i viaggi che la nostra mente è in grado di fare trascende il formato.
Tornando ad Horizon Forbidden West di cui se volete trovate decine di recensioni online voglio dire ancora due cose sul suo metaverso (anche se che in questo contesto sarebbe più corretto chiamare openword visto che manca la parte online).
Ma rimane comunque un Openword incredibile perchè al di là della “storia principale” che viene raccontata attraverso una serie di missioni da portare a termine, ci sono tantissime possibilità di “interagire” con i personaggi che lo popolano e che aggiungono spessore raccontando aneddoti e particolarità e/o chiedendo il vostro aiuto per darvi la possibilità di approfondire le loro storie.
Poi, come nel più classico dei giochi di ruolo la protagonista – il cui nome è Aloy -nel corso del tempo avrà la possibilità di migliorare alcune delle sua capacità , diventanto più brava a fare le cose.
Il percorso che vi consentira di arrivare all’ultima pagina, per quanto lineare potrà essere affrontato con diversi approcci o se deciderete potrete addiritura immergervi completamente e perdervi nei suoi paesaggi e meravigliandovi per la loro varietà e bellezza.
A tutto questo aggiungiamo anche un forte elemento “action” con un combat system che almeno nel primo capitolo era vicino alla perfezione.
Ovvio che vi sono molti altri titoli dalla caratteristiche simili, pensati con un mondo aperto e vivo e con elementi action di rilievo, ma qui penso di poter dire di essere davanti ad un piccolo capolavoro e che probabilmente sarà in nomination ai Game Awars
Quindi, se dovete fare un regalo a qualcuno che possiede ps4 o ps5 (e che non apprezza solo Fifa), prenderete in condiderazione questo titolo, perchè come ho già detto non è solo un gioco ma un bellissimo viaggio in un mondo che saprà regalarvi molte ore di divertimento.
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