Qualche giorno fa leggo distrattamente su mio Facebook del nuovo disco di Naska: La mia stanza.
Anche se per me è perfetto sconosciuto rimango incuriosito dal titolo (evidentemente acchiappa click) del’articolo e decido di capire chi è questo “pivello” con la copertina di Nevermind alle spalle e che tipo di musica fa.
Cambio social e vado sul YouTube e faccio partire il primo pezzo pensando di skippare dopo pochi secondi ma rimango letteralmente con la mascella spalancata perché questo “pivello” è un fottuto punk rocker che canta in italiano con un sound e dei testi che sono una bomba.
Premessa
Lo dico subito così mi tolgo il pensiero:
Naska è quello che avrei voluto essere io alla sua età …
Un fottutissimo punk rocker che canta in italiano.
Solo che lui, a differenza di quello che ero io, è bravo, figo e scrive bene.
Con questa premessa potete capire subito quando io sia una brutta persona affezionato alla musica della mia adolescenza e riluttante verso ogni forma di trap…
Alle superiori ho sempre avuto nelle cuffie roba come il grunge dei Nirvana, il metal dei Megadeth ed il rock&blues degli Ac/Dc passando anche dal punk dei Green Day, il progressive dei Dream Theater ed il power metal dei Pantera.
In italia c’era ben poco ed a parte i Ritmo Tribale, i Timoria, i Rats (Indiani Padani) ed i primi Negrita c’era poco altro che mi piacesse.
Si ok i Prozac+, i Verdena e mettiamoci anche le Bambole di Pezza che con “Le Streghe” avevano proprio un bel tiro…
Poi io ho vissuto un buco incredibile con tanta musica orribile per quasi 15 anni e la mancanza di una voce e di un chitarra distorta capace di raccogliere l’eredita del Rock/Punk/Metal della fine degli anni 90.
Fatto sta che nel 2023 per quanto mi riguarda questo Naska “spacca di brutto” e porta aria fresca per tutti quelli che ascoltano Achille Lauro, Blanco, Irama, Sangiovanni e compagnia bella…
Chi è Diego Naska
Ammetto che so molto poco su di lui perché alla fine ho letto giusto due interviste che trovare in rete e girato un po’ sui suoi social…
In breve: all’anagrafe Diego Caterbetti in arte Naska, 26 anni (classe 1997) e “La mia stanza” è il suo secondo disco.
Parto da una mia considerazione personale:
A parte la musica la cosa che mi è piaciuta tantissimo è che il suo “personaggio” mi sembra molto “reale” e per nulla costruito.
Certo, forse è solo una sensazione, ma questo suo essere “punk dentro” non mi sembra solo un vestito o un costume da mettersi perché è di moda ma parte del suo essere.
Poi ci sono – dettagli – come “la sua stanza” che come si può vedere su twich è la stessa stanza che si vede in alcuni dei suoi video con la copertina di Nevermind dei Nirvana appesa al muro, il tappetino con la A di Anarchia, i mobili Ikea, il poster di Death Notes ecc…
Un’altra delle cose che ho apprezzato è quella di essersi messo in gioco con delle live molto improvvisate in cui tra le altre cose racconta anche la genesi di alcuni dei suoi pezzi dimostrando tra le altro, di sapere usare i social in modo molto naturale.
La mia stanza
Ovviamente qui dovete leggere tutto come un “secondo me” …
La mia stanza è un disco che è un botta di vita e che non avrei mai immaginato possibile nel panorama italiano.
I testi scritti Naska risultano freschi e credibili nonostante il sound riprenda le sonorità del punk fine anni 90 (Green Day, Blink 182, Sum41, Lit ecc)
Ci sono 10 canzoni che sono tutte belle compresi anche alcuni pezzi un po’ più “morbidi” ed emotivi.
Sentire cantare in italiano questo genere ammetto che all’inizio è un po strano, ma mi sono bastate due strofe per abituarmi.
I testi sono “piccanti” il giusto senza mai cadere nella volgarità , con qualche riferimento alla musica fine anni 90 e con tante figure retoriche a volte molto divertenti.
Nella mia stanza faccio cose pericolose
NASKA – a Testa in giù – La mia stanza
Le apro le gambe con la lingua tipo Mosè
Nella mia stanza tacchi a spillo e Camel Blu
Mötley Crüe, sali su
Poi fatti tu il segno della croce
Dici che è ridicolo
NASKA – Cattiva – La mia stanza
Fare sto cazzo di punk rock
Che ci resto povero
Si però poi torni qui A
farti prendere i capelli e mordermi
Perché tu sei cattiva
Bella come la prima riga
Non me ne frega un cazzo
NASKA – Non me ne frega un c***o – La mia stanza
La mia vita è un disastro
Ma a me piace così
Ti guardo e dico sì
Che c’hai ragione
C’hai ragione
C’hai ragione
Ma Non me ne frega un cazzo
Il disco apre con un pezzo molto Rock and roll e con alcune sequenze del video girate da America Graffiti per riprendere un atmosfera anni 50, ma tra i pezzi che mi sono rimasti subito in testa ci sono “Mai come gli altri” e “Cattiva” di cui qui sotto potete vedere anche il video.
Personalmente ho trovato piacevole tutta la tracklist e si vede che è stato fatto un grande lavoro di arrangiamento e di ricerca dei suoni.
Il disco chiude con Wando un pezzo che è dedicato a suo padre è che racconta il loro legame in modo molto sincero
Cosa posso dirti
Che se poi ci pensi
Tutto quello che so io
Me l’hai insegnato tu
Quindi grazie un’altra volta
Un’altra volta
Il mio parere non richiesto
E’ ormai qualche giorno lo ascolto mentre in macchina e penso che questo Naska abbia un grosso potenziale.
Anche se relativamente “giovane” ha già fatto un sacco di cose e spero possa avere lo stesso seguito dei MÃ¥neskin magari con qualche “critica” in meno.
Questa estate intanto aprirà il concerto dei Sum 41 a Igea Marina ed io spero passi da Torino per poterlo vedere dal vivo.
Prova ad ascoltare anche i ragazzi di La Sad, secondo me non ti dispiaceranno.
Si li conoscono, sono bravissimi ed un paio dei loro pezzi sono in playlist ma IMO – purtroppo – rischiano di rimanere un po’ più nell’underground.
Trovo invece che Naska abbia il potenziale per diventare mainstream.
Faccio un paragone azzardato: Naska sta ai Blink 182 come La Sad sta agli Exploited.
Nel senso che secondo me sono un po’ troppo hardcore per piacere a tutti…
Ma tu i La Sad come li conosci?
So che sei eclettico in fatto di musica e cinema ma sul punk italiano non ci avrei scommesso…
Grazie per il commento qui sul blog (molto apprezzato)